Lesina - Località di internamento

Hvar - Croazia
Tipo di campo
Località d'internamento da novembre 1942
Fonte: DVA15

 

Storia

Un ordine impartito dal comando della II Armata il 29 ottobre 1942 stabilisce che tutti gli ebrei profughi che si trovano nella II zona1 di occupazione militare siano immediatamente internati in campi di concentramento o in locali vigilati e separati dal resto della popolazione2 (vedi P060).

 

I più solleciti nell'attuazione delle direttive sono i militari del V Corpo d'Armata, che già il 2 novembre hanno internato 1.003 ebrei nel campo di concentramento di Kraljevica. Anche perché il campo è in funzione da diverso tempo come luogo di internamento per civili croati.

 

Non è così per le altre zone della Dalmazia occupate militarmente dall'esercito italiano. Come ribadiscono il VI e il XVIII Corpo d'Armata, nel territorio di loro competenza non esistono baracche o edifici adatti ad essere trasformati in campi di concentramento per ebrei. La scelta ricade quindi su numerose località della terraferma o delle isole davanti alla costa dove si possono requisire alberghi o abitazione private da trasformare in luoghi di internamento (vedi DVA17 e DVA20).

 

L'isola di Hvar (Lesina in italiano) è una di queste. Inizialmente sull'isola gli ebrei sono internati in tre diverse località: Lesina (Hvar), Cittavecchia (Stari Grad) e Gelsa (Jelsa).

 

Secondo Carlo Cigliana - colonnello capo del XVIII Corpo d'Armata3 - sull'isola di Hvar si possono internare circa 500 persone, suddivisi tra 8 alberghi, 3 ville e diversi altri locali (vedi DVA14 ma anche DVA20).

 

L'8 dicembre 1942 si è già provveduto all'internamento di 334 ebrei, di cui 201 nella sola cittadina di Hvar (vedi DVA14). In realtà, precisa sempre il XVIII C. d'A., non si tratta di una soluzione definitiva, vista l'impossibilità nell'attuale sistemazione di garantire un'adeguata vigilanza e una netta separazione tra internati ed abitanti del posto vedi DHV03).

 

In effetti, è già stato dato mandato al reparto del genio militare di studiare la possibilità di realizzare due campi di concentramento: uno sull'isola di Brazza (Brač) (precisamente nella località di Sumartin), e un altro su quella di Lesina (Hvar) (vedi DHV04).

 

Per quanto riguarda Hvar, vengono individuati tre immobili (un edificio scolastico e due villette) dove, con una spesa di circa 3 milioni di lire, si potrebbe realizzare un campo di concentramento di 500 posti. Ma, secondo il parere del generale Umberto Spigo, la spesa è eccessiva, visto anche che la situazione sull'isola è "tranquilla" (vedi DHV10).

 

Parere che viene condiviso qualche giorno dopo dal comando superiore della II Armata, dove, in calce al documento viene anche apposta la scritta a matita rossa "tanto più che si ha in animo di mandarli ad Arbe" (vedi DHV05), ma di questo ne parleremo più avanti.

 

Nel frattempo, le località di internamento sull'isola si riducono prima a due - con il trasferimento di 13 ebrei da Cittavecchia a Lesina e Jelsa (vedi DHV03) - e successivamente a una sola - trasferimento degli internati di Jelsa a Lesina (vedi DHV08). Trasferimenti di cui alcuni internati approfittano però per fuggire (DHV11).

 

Così, il primo aprile del 1943 sono internati a Lesina 365 ebrei di cui 120 uomini, 142 donne, 53 bambini e 50 bambine. Tutti sono di "razza" ebraica, ma, specifica il documento, tra questi vi sono 22 persone di religione cattolica (vedi DVA37). Da un documento precedente sappiamo anche che sull'isola di Lesina vengono internati in particolare gli ebrei croati di Mostar (DVA20).

 

Nonostante il concentramento nella sola cittadina di Hvar di tutti gli ebrei presenti sull'isola, le direttive sull'ordine non sono ancora del tutto rispettate. Gli internati sono stati sistemati in cinque alberghi tra loro attigui ma, come scrive il colonnello Pietro Barbero: "Questi [alberghi] trovandosi nel centro abitato non possono fornire l'assoluto isolamento degli ebrei, i quali pur essendo sottoposti ad una rigorosa sorveglianza, hanno la possibilità di circolare" (vedi DHV09).

 

 

Ad un certo punto, nella complessa trattativa sulla richiesta avanzata dai tedeschi di vedersi consegnare gli ebrei della II zona, si fa strada tra i diplomatici e i militari italiani l'idea di trasferire tutti gli ebrei profughi in un unico campo di concentramento, quello sull'isola di Rab, dove già esiste il più grande luogo di internamento per civili sloveni e croati (vedi DRA44).

 

Non abbiamo rintracciato documenti che indichino la data del trasferimento a Rab degli ebrei internati a Hvar, ma è quasi certo che vi vengono trasferiti tra il giugno e il luglio del 1943 assieme agli ebrei internati negli altri luoghi sottoposti alla giurisdizione del XVIII Corpo d'Armata.

 

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1. La cosiddetta II zona è una fascia di territorio del neonato Stato Indipendente di Croazia (NDH) - profonda tra i 50 e 100 chilometri, che corre all'interno della costa dalmata - occupata militarmente dall'Italia nel settembre del 1941 in seguito agli accordi tra Mussolini e Pavelic del 26 agosto dello stesso anno. Ne fanno parte città come Mostar e Ragusa, ma che le isole di Pago, Brazza e Lesina.

 

2. Nonostante i ripetuti ordini di respingere alla frontiera chiunque - ebrei compresi - cerchi di entrare senza visto, nella II zona ha trovato rifugio qualche migliaio di ebrei (croati, serbi e di altre nazionalità) in fuga dalle persecuzioni naziste e degli ustascia croati. Nell'agosto del 1942 i tedeschi chiedono la consegna degli ebrei che vivono nelle zone occupate militarmente dall'Italia. All'iniziale nulla osta che Mussolini scrive di proprio pugno sulla richiesta, cercano di opporsi alcuni funzionari del Ministero degli Esteri, in particolare Luca Pietromarchi. Alla fine di complesse strategie politiche,  diplomatiche e militari portate avanti fino all'8 settembre del 1943, gli italiani non consegnano gli ebrei ai tedeschi. Per diverse interpretazioni di questo avvenimento confronta; Poliakov e Sabille, 1956; Shelah, 1991; Voigt, 1993; Rodogno, 2003; e anche Daniel Carpi,  The Rescue of Jews in the italian Zone of Occupied Croatia (disponibile on line).

 

3. Inizialmente l'internamento degli ebrei profughi a Lesina viene attuato dal VI Corpo d'Armata, cui subentra - dal primo novembre 1942 - per competenza territoriale il XVIII Corpo d'Armata


note

La ricerca sulla località di internamento di Hvar (Lesina) non è ancora ultimata.


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