M.I., nato in Eritrea nel 1911, è stato intervistato ad Asmara da Irma Taddia nell’ottobre 1991. Ha testimoniato che era andato come studente in Italia nel 1928 e che dal 1935 al 1943 è stato internato in quattro località di confino e un campo di concentramento: «Mi ricordo che mentre ci trasportavano da un posto all’altro, arrivammo prima dell’orario stabilito e ci fermammo in un piazzale per aspettare il treno. Infatti come confinato politico io potevo andare in tutti i treni, ma con le manette, e in terza classe. Sono stato confinato politico perché, quando l’Italia ha invaso l’Etiopia, ho voluto manifestare apertamente la mia solidarietà con i compatrioti. I fascisti hanno visto i miei sentimenti, io allora ero in Italia e avevo un accanito sentimento antifascista, e mi hanno riconosciuto subito, mandandomi senza contare due volte al confino. Sono rimasto confinato in un primo momento ad Ostia, poi alle Tremiti, poi ad Ustica, e ancora a Ventotene. Ho scontato complessivamente otto anni di confino politico. Quando infine Mussolini cadde, sono stato rinchiuso in un campo di concentramento molto grande con tanti altri, vicino Arezzo, per pochi giorni. Chi mi ha salvato è stato l’onorevole Pertini; eravamo assieme a Ventotene, eravamo amici, il quale poi ha aspettato tre ore per controllare che io partissi veramente da Arezzo verso Roma» (Cfr. TAD1, p. 66 s.).
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