Ponte in Valtellina - Località di internamento |
Ponte in Valtellina (Sondrio) - Italia |
Tipo di campo |
Località d'internamento
19/06/1942 19/10/1942
Fonte: AC00132 AC00138 |
Storia |
APPUNTI PER LA SCHEDA Nell'estate del 1942 nel comune di Ponte in Valtellina sono internati 52 "congiunti di ribelli" deportati dalla provincia del Carnaro (Fiume). I primi 25 civili sono arrivati il 19 giugno del 1942, altri 28 un mese dopo (vedi elenco nominativo).
Tra i primi arrivi si contano i componenti di sei diverse famiglie. Provengono da Ratecevo (Ratečevo Brdo, comune annesso all'Italia dopo la prima guerra mondiale e parte della provincia di Fiume dal 1924) e Monte Chilovi (Kilovče dal 1924 nella provincia di Fiume).
Il secondo gruppo di internati giunti a Ponte in Valtellina proviene invece da Potkum (in realtà Podhum), località località del fiumano dove il 12 luglio 1942 furono uccisi per rappresaglia 91 civili, le abitazioni date alle fiamme e l'intera popolazione deportata.
Molte le donne e i bambini. Il prefetto di Sondrio, Luigi Gardini, chiede immediatamente per gli internati letti, coperte, e lenzuola perché: "gli internati dormono per terra, sulla paglia".
Inizialmente il Ministero dell'Interno sembra ignorare la richiesta del prefetto, tanto che il 4 settembre, dopo più di un mese, Luigi Gardini si vede costretto a chiedere di nuovo l'autorizzazione per l'acquisto dei materassi e coperte, anche perché: "Le notti in questa regione alpina sono già abbastanza fredde e l'inverno comincia con parecchio anticipo sulle altre regioni d'Italia".
Ma l'Ispettorato per i Servizi di Guerra deve fare i conti con le ristrettezze finanziare che non permettono di autorizzare spese eccessive per mantenere gli sfollati dalla frontiera orientale. La linea che il Ministero intende seguire è quello di inviare gli internati presso gli istituti di mendicità o le case di ricovero per anziani, in modo da sostenere solo la spesa di una retta giornaliera per il loro mantenimento. Così, esattamente quattro mesi dopo, i 52 internati di Ponte Valtellina vengono trasferiti e suddivisi presso l'Istituto San Benigno di Berbenno in Valtellina (11 internati appartenenti a 4 famiglie), l'Istituto Divina Provvidenza di Ardenno (26 persone appartenenti a 7 famiglie), e la Casa di Ricovero "Tommaso Ambrosetti" di Morbegno (15 internati di 3 famiglie) (vedi AC00138).
Da questo momento in poi, non abbiamo più notizie certe sulla sorte dei 52 internati congiunti dei ribelli inviati nella provincia di Sondrio.
Un ultimo documento ci dice che il 26 gennaio 1943 arrivano a Frosinone e vengono fatti proseguire per il campo di concentramento di Fraschette di Alatri, 46 internati sloveni (vedi AC00139).
Non sappiamo però se si tratta delle stesse persone già internate a Ponte in Valtellina (necessita verifica) (inserire ordine di Buffarini sul trasferimento a Fraschette).
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note |
La nostra ricerca sulle località di internamento è ancora in corso (2013) |
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