Chies d'Alpago - Località di internamento

Chies d'Alpago (Belluno) - Italia
Tipo di campo
Località d'internamento
Fonte: AC00309

 

Storia

APPUNTI PER LA SCHEDA

 

Nel comune di Chies d'Alpago vengono internate alcune persone (probabilmente undici) definite "congiunti di ribelli" e deportate in Italia nell'estate del 1942 dai villaggi dell'entroterra fiumano (la cosiddetta provincia del Carnaro).

 

Di alcuni conosciamo i nomi. Il 2 settembre del 1942, il podestà di Chies d'Alpago chiede di inviare presso la casa di ricovero di Cavarzano (Belluno) due anziani parenti dei "ribelli" che per la loro età avanza e le loro condizioni di salute non sono in grado di affrontare i disagi dell'imminente inverno (vedi AC00309).

 

Sono Matteo Maietic, nato a Prezit (probabilmente Prezid) il 4 maggio 1861, e Matteo Ozura, nato a Osilnice (?) il 19 aprile 1865.

 

Oltre ai due anziani, a Chies d'Alpago sono internate le famiglie di Giovanni Stipic, nato a Potkum (Podhum?) il 18 giugno 1876 e Giovanni Petrovic, anche lui nato a Potkum (Podhum?) il 3 aprile 1912.  Il podestà chiede di poter fornire alle due famiglie un minimo di indumenti (un vestito, una camicia, un paio di mutande e un paio di scarpe usate), qualche utensile per la cucina e delle coperte e dei pagliericci (vedi sempre AC00309). 

 

Spese indispensabili perché, come dice un rapporto del 30 agosto 1942 firmato del prefetto della provincia di Belluno: "Tutti quanti sono indistintamente giunti sforniti sia di mezzi che di indumenti: qualcuno è privo di scarpe, qualche altro non ha neanche la camicia o la maglia. Gli abiti che indossano sono vecchi e laceri. Il sussidio loro corrisposto è appena sufficiente perché non muoiano di fame" (vedi AC00301).

 

Ma, anzichè approvare le spese, il Ministero dell'Interno suggerisce al podestà di Chies e al prefetto di Belluno di valutare la possibilità di inviare tutti gli internati del comune presso la casa di ricovero di Cavarzano (vedi AC00310).

 

In effetti, il 6 ottobre successivo, in una relazione sulle condizioni di vita dei congiunti dei ribelli internati nei comuni della provincia di Belluno (vedi AC00311), il prefetto informa che dal 29 settembre si trovano - anche se in maniera provvisoria - presso la casa di ricovero di Caverzene due uomini, quattro donne e tre bambini, tutti già internati a Chies d'Alpago. Da questo elenco sembrano però mancare almeno i due capofamiglia citati in un documento precedente.

 

Probabilmente (ma è una nostra ipotesi ancora da verificare) i due uomini validi al lavoro, cioè Giovanni Stipic e Giovanni Petrovic rimango ancora qualche mese a Chies d'Alpago perché impiegati in qualche lavoro agricolo prima dell'arrivo dell'inverno quando anche loro - molto probabilmente - saranno prima trasferiti a Belluno presso la casa di ricovero di Cavarzano e successivamente -  assieme a tutti gli altri - al campo di concentramento di Fraschette d'Alatri in provincia di Frosinone (vedi AC00313 e AC00314).


note

La nostra ricerca sulle località di internamento è ancora in corso (2013)


 
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