Manerbio - Località di internamento

APPUNTI PER LA SCHEDA

Come descritto dal prefetto di Brescia, Vincenzo Ciotola, nell'estate del 1942 in alcuni comuni della provincia si trovano 28 persone provenienti dalla provincia di Fiume che hanno chiesto la protezione dell'Italia contro l'attività dei ribelli stessi. Cioè 28 internati protettivi (vedi AC00353).

Nove di loro si trovano dal 22 luglio 1942 presso il comune di Manerbio (vedi AC00376). 

Come accade quasi sempre, la spesa per il loro mantenimento prevista dal comune è giudicata troppo alta dal Ministero dell'Interno (vedi AC00377), che invita quindi la prefettura di Brescia a trasferire gli internati protettivi presso i ricoveri di mendicità della provincia.

E' interessante segnalare, a proposito delle differenze di trattamento economico tra internati repressivi e internati protettivi uno scambio di lettere tra il prefetto di Brescia e l'Ispettorato per i Servizi di Guerra del Ministero dell'Interno (vedi AC00378 e AC00379), da cui evince che di fatto sia i repressivi sia i protettivi hanno diritto allo stesso sussidio, quello stabilito con il telegramma del 18 giugno 1942 (vedi P109).

Il 31 dicembre 1942, le due famiglie di internati protettivi assegnate al comune di Manerbio, vengono quindi inviate presso l'ospizio per vecchi di Alfianello (vedi AC00380). 

Da quest'ultimo documento apprendiamo anche i nomi dei componenti i due nuclei familiari. Quello più numeroso fa capo a Giuseppe Kukulian e comprende la moglie Maria Peterzol e i figli Zorko, Giuseppe, Maria e Tomislav. Mentre l'altro è composto solo da Pielick (o Pielich) Giovanni, da sua moglie Anna Stojanich e dal figlio Giuseppe.