Montecatini Terme - Località di internamento

Montecatini Terme (Pistoia) - Italia
Tipo di campo
Località d'internamento

 

Storia

[scheda a cura di Andrea Giuseppini]

 

Gli anglo-maltesi sfollati dalla Libia


Il 9 settembre 1941, il governatore della Libia Ettore Bastico ordina, per motivi di natura politica e militare, il trasferimento in Italia di tutti gli stranieri presenti nella colonia (vedi AC01057).

 

Il 23 dicembre 1941 vengono comunicate le località nelle quali potranno essere temporaneamente alloggiati – in attesa della costruzione di un campo di accantonamento (vedi AC01043) – gli stranieri sfollati dalla Libia: Montecatini Terme (1.000 posti), Fiuggi (500) e Bagni di Lucca (500) (vedi AC1041).

 

Il 16 gennaio 1942 arrivano a Montecatini i primi 139 cittadini di nazionalità greca provenienti da Tripoli (vedi AC01032). A loro faranno seguito: il 22 gennaio 274 anglo-maltesi e 5 greci (vedi AC01023), il 23 gennaio altri 133 anglo-maltesi (vedi AC01016), infine il 24 gennaio le ultime 459 persone anch'esse di origine anglo-maltese (vedi AC01015).

 

A proposito degli 866 anglo-maltesi e dei 144 greci alloggiati presso i numerosi alberghi di Montecatini Terme, disponiamo di alcune prime notizie grazie a una relazione del 21 febbraio 1942 del prefetto di Pistoia Francesco Bianchi. Secondo il prefetto gli sfollati: “appartenenti in genere a classi sociali dal punto di vista economico ed igienico molto modeste, sono arrivati in Montecatini in condizioni igieniche personali pessime per sudiciume della pelle e degli abiti”. Numerosi sono i casi di scabbia (84 persone ricoverate) e di tracoma (7 ricoveri e 27 da ricoverare, ma 500 persone sono ancora da sottoporre a visita oculistica). Altri ricoveri sono stati necessari per due casi di piaghe ai piedi e per uno sfollato (un palombaro) affetto da paralisi spastica dovuta a embolia.

 

In un mese sono decedute tre persone: Mitzi Lisa (coma diabetico), Carlo Cini (edema polmonare) e Cassar Blandina (marasma senile).

 

Secondo il prefetto questa situazione ha indotto nella popolazione di Montecatiniun malcelato rincrescimento per la presenza di questi ospiti, le cui condizioni personali igieniche deplorevoli e quelle di salute scadenti, in genere, determinano ragionevoli motivi di preoccupazione per la diffusione dei contagi, con particolare riferimento a quello ascrivibile al tracoma”.

 

Infine, il prefetto, nel ricordare che Montecatini Terme è “un centro alberghiero e stazione termale di carattere internazionale”, e inoltre che è imminente l'apertura del grande stabilimento termale Excelsior che “come tutti gli anni segna l'inizio della stagione turistica”, così conclude: “Sarei, quindi a pregare codesto Ministero di esaminare la possibilità e la convenienza di trasferire in altra sede […] gli sfollati libici entro il prossimo mese di marzo” (vedi AC01660).

 

La richiesta di trasferire in altre località gli sfollati dalla Libia trova concorde il Ministero dell'Interno, che nei primi giorni di marzo del 1942 dà inizio allo spostamento degli sfollati.

 

I primi a lasciare la cittadina termale saranno 120 cittadini di nazionalità greca per i quali è stata nel frattempo decisa la misura dell'internamento. Sono tutti destinati al campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (vedi AC00883).

 

L'opera di trasferimento da Montecatini Terme degli sfollati anglo-maltesi richiederà invece più tempo. L'11 marzo 1942, il prefetto Marcello Tallarigo in qualità di Ispettore per i servizi di guerra, nel ricordare che: “Non appena il campo di accantonamento che sta sorgendo in Fumone (Frosinone) [vedi Fraschette di Alatri] sarà approntato tutti gli anglo-maltesi saranno colà trasferiti“, dispone che un primo gruppo di anglo-maltesi venga immediatamente trasferito da Montecatini a Bagni di Lucca (vedi AC01133). Ordine che viene puntualmente eseguito il 18 marzo 1942 (vedi AC00925). Successivamente, tra il 4 e il 15 aprile, suddivisi in tre scaglioni, saranno trasferiti da Montecatini a Fiuggi altri 250 anglo-maltesi (vedi AC00923, AC00924 e AC00922). Infine, il Ministero dell'Interno dispone il trasferimento di altrettanti maltesi verso Acquasanta Terme e Arquata del Tronto, due comuni della provincia di Ascoli Piceno (vedi AC01649, AC00978 e AC01307).

 

Così, all'inizio del mese di giugno del 1942, terminata l'operazione di trasferimento, risultano ancora presenti a Montecatini 142 anglo-maltesi e 29 greci (vedi AC01643 e AC00909). Una nuova ispezione compiuta nei primi giorni di luglio del 1942 riferisce che essi sono alloggiati in una ventina di alberghi, che quasi tutti ricevono un sussidio di 200 lire al mese da parte del governo inglese, e che da parte “della cittadinanza non vi sono lamentele ed i commercianti non nascondono di aver tratto dalla presenza degli sfollati ottimi guadagni” (vedi AC00712).

 

Nel frattempo, le autorità italiane hanno dato inizio a un'operazione di verifica – o “discriminazione” – degli anglo-maltesi con l'obiettivo di accertare la loro posizione politica, vale a dire se o meno nutrano sentimenti favorevoli all'Inghilterra e pertanto anti-italiani (vedi AC00715).

 

Il 19 aprile il prefetto di Pistoia invia una prima nota informativa sull'atteggiamento “politico” degli sfollati anglo-maltesi ancora presenti a Montecatini. Secondo il prefetto Bianchi:Nessuna manifestazione di anglofilia è trapelata né tra i nuclei familiari né tra i singoli individui, neanche sotto forma di rimpianto del passato, poiché la maggioranza degli anglo maltesi si considera soltanto tripolina. D'altra parte nessun accenno fa ritenere che fra gli sfollati della Libia ci siano elementi che tendono decisamente di avvicinarsi all'Italia ed al Regime. In complesso il contegno degli sfollati nei riguardi dell'Italia e del Regime è estremamente cauto se non addirittura agnostico” (vedi AC00763).

 

 

Il 21 luglio 1942, la Direzione dei servizi di guerra comunica alle diverse prefetture i dati riassuntivi dell'opera di discriminazione. Così scrive il direttore Tallarigo: “è venuto a risultare che la maggioranza dei maltesi intendono rimanere spiritualmente legati alle sorti dell'Inghilterra, per cui è rimasta infruttuosa ogni azione diretta allo loro assimilazione alla causa italiana. A questo riguardo […] si può, in via approssimativa, desumere che, sul complesso di 1500 maltesi circa, […] solo 300 sono da considerare di sentimenti favorevoli all'Italia e al Regime. Pertanto […] questo Ispettorato ha già interessato la Direzione Generale di P.S. per l'avviamento in campi di concentramento dei maltesi anglofili” (vedi AC00911).

 

Un primo elenco dei maltesi da internare tra quelli ancora presenti a Montecatini è redatto l'11 agosto 1942 dal segretario del Fascio di combattimento di Malta Umberto Biscottini e contiene i nomi di 13 famiglie per complessive 43 persone (vedi AC00768).

 

Con l'inizio del mese di ottobre 1942 il nuovo campo di concentramento in località Le Fraschette di Alatri in provincia di Frosinone, anche se non ultimato, è in grado di ricevere i primi internati. Il 10 dello stesso mese vengono trasferite da Montecatini 30 persone (vedi AC00770 e AC00771), mentre altre 14 partiranno il successivo 22 novembre (vedi AC00776).

 

Alla fine del novembre 1942 il prefetto di Pistoia Vincenzo Bianchi fa il punto sugli stranieri presenti a Montecatini. Oltre a 89 anglo-maltesi si trova nella cittadina toscana anche “una sessantina di cittadini stranieri, di varie nazionalità, internati od allontanati da zone militarmente importanti di altre provincie, sui quali deve essere svolta una accurata vigilanza”. Di tutti questi – o almeno di quelli più “infidi” – il prefetto chiede il trasferimento in altro luogo. Quello che in particolare si intende evitare è il contatto tra gli stranieri e i sempre più numerosi italiani sfollati negli alberghi di Montecatini dalle località più colpite dai bombardamenti alleati (vedi AC00777).

 

Per quanto ripetute, le richieste del prefetto sembrano restare a lungo inascoltate. Il 12 maggio 1943, il nuovo prefetto di Pistoia Francesco Arìa, informato dal commissario prefettizio di Montecatini, riferisce ai superiori che nella cittadina sono ancora presenti un centinaio di anglo-maltesi, i quali, non solo beneficiano di un sussidio del governo italiano, ma ricevono anche denaro e pacchi di generi alimentari da quello inglese. Pertanto, gli sfollati “conducono una vita assai buona e non mancano di sfoggiare in pubblico questa loro privilegiata condizione”, causando un certo “malumore specialmente tra i connazionali rimpatriati dalla Libia […] che godono di un sussidio assai inferiore” (vedi AC00778). Non solo. Secondo il prefetto Arìa la maggior parte degli anglo-maltesi che ha aderito alla proposte del Fascio di combattimento di Maltacirca la concessione dell'eventuale cittadinanza italiana e la corresponsione del sussidio […] da parte delle autorità italiane” lo avrebbe fatto “solo per tornaconto e non per sentimenti di italianità e di attaccamento all'Italia”, e in particolare, dice ancora il prefetto, per “timore di essere allontanati da Montecatini Terme ed internati nei campi di concentramento, come era stato loro proposto” (vedi AC00947).

 

Nelle settimane e mesi seguenti a protestare contro la presenza degli stranieri a Montecatini saranno in particolare esponenti del partito fascista, infastiditi soprattutto dal contrasto che “si rileva a Montecatini Terme fra le condizioni dei nostri connazionali o rimpatriati dall'Africa Italiana e quelle di parecchi ebrei e internati stranieri […]. Questi ultimi, per le sovvenzioni che a loro provengono per tramite della Svizzera e per il largo sussidio loro concesso, tengono un tenore di vita frivolo e agiato” (vedi AC00781). Il prefetto Arìa segnala dal canto suo che alcuni squadristi fascisti hanno rivolto violente minacce ad alcuni stranieri ingiungendo loro di non uscire più di casa (vedi AC00784).

 

Il prefetto dispone allora il trasferimento di 8 stranieri (tutti ebrei) in piccoli centri di scarsa rilevanza militare (Cutigliano, Ponte Buggianese e Tizzana), e rivolge per l'ennesima volta al Ministero dell'interno la richiesta di provvedere al trasferimento di tutti gli anglo-maltesi ancora presenti a Montecatini (AC00834).

 

Ancora in difficoltà, la Direzione per i servizi di guerra invita di rimando la prefettura di Pistoia a redigere un elenco dei maltesi di sicuri sentimenti anglofili in modo che li si possa proporre per l'internamento in un campo di concentramento (vedi AC00785).

 

A stretto giro di posta – il 3 agosto 1943 – la prefettura invia un elenco di 53 nominativi di anglo-maltesiritenuti di sentimenti contrari all'Italia” (vedi AC00786).

 

La documentazione al momento disponibile non ci consente di ricostruire la storia degli anglo-maltesi sfollati a Montecatini Terme oltre questa data.

 

Un unico documento del 5 agosto 1944, ci informa che Vincenzo Lanzon e la moglie Angiolina Bello (nella lista degli anglo-maltesi di sentimenti contrari all'Italia del 3 agosto 1943, vedi AC00786) sono in attesa di essere trasferiti a Torino (vedi AC00948).

 

 

Altri internati a Montecatini Terme. Ebrei stranieri [ricerca e scheda da completare]


 
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