Fiume - Caserma Diaz - Campo di concentramento |
Rijeka (Fiume) - Croazia |
Tipo di campo |
Campo di concentramento
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Storia |
Durante la seconda guerra mondiale i due grandi edifici della Caserma Diaz di Fiume (Rijeka) vengono usati per un duplice scopo: come campo per prigionieri di guerra cui viene assegnato il numero convenzionale P.G. 83 (vai alla scheda sul campo P.G. N. 83), ma anche come campo di concentramento per internati civili jugoslavi.
Non sono molte le notizie sul campo di concentramento della Caserma Diaz di Fiume. In particolare non sappiamo quando entra in funzione.
Un documento dell'agosto 1942 fa riferimento a un trasporto di 1.132 internati in viaggio sotto scorta militare verso Fiume (vedi DDI14). Il convoglio viene attaccato dai partigiani, ma dal resoconto fatto dai carabinieri, non si capisce se i prigionieri vengano liberati oppure no.
In ogni caso, il 7 agosto 1942, vengono sicuramente internate a Fiume 374 persone. Lo confermano due elenchi nominativi (il primo di 186 persone, il secondo di altre 188) di "uomini validi dai 18 ai 55 anni fermati per l'internamento nel territorio della Divisione 'Isonzo' ed internati a Fiume" (vedi DDI01 e DDI02).
L'ordine di internare gli uomini tra i 18 e i 55 anni d'età viene diramato a tutti i comandi dal generale Robotti a capo dell'XI Corpo d'Armata il 21 giugno del 1942, nell'ambito delle operazioni di contrasto alla lotta partigiana jugoslava (vedi P028).
Dal febbraio del 1943, la Caserma Diaz rientra a pieno titolo nella lista dei campi di concentramento gestiti direttamente dall'Intendenza della II Armata (vedi DVA36) (gli altri campi sono quelli di Arbe, Gonars, Monigo, Chiesanuova e Renicci).
La Caserma Diaz non è però indicata con il nome del luogo, bensì con il numero 83, quello cioè assegnato al campo per prigionieri di guerra (entrambi gestiti dall'Intendenza della II Armata).
Nel marzo 1943, in previsione dei grandi internamenti, si dice di "tenere completamente libera la Caserma Diaz (capacità 1.000 posti) per le urgenti necessità" (vedi DDI06).
Il primo febbraio 1943 risultano internate alla Caserma Diaz 876 persone. Sono solo uomini e tutti internati a scopo "repressivo" (vedi DVA36)
Nei mesi seguenti, il numero degli internati diminuisce. Ad esempio, il primo aprile del 1943 ci sono 619 internati a scopo repressivo, di cui 380 uomini, 147 donne, 48 bambini e 44 bambine (vedi DVA37).
Il primo giugno risultano 316 internati repressivi di cui 97 uomini, 135 donne, 44 bambini e 40 bambine (vedi DVA39).
Questa variazione nel numero degli internati si può spiegare con il ruolo di campo di smistamento e transito che sembra avere la Caserma Diaz. Ma anche perché, dopo gli arresti di massa, ha inizio la liberazione selettiva di diversi internati (vedi ad esempio DDI12 e DDI05).
La funzione di campo di transito è confermata anche dal passaggio a Fiume di molti internati del campo di concentramento di Bakar (Buccari) destinati a raggiungere il campo di Gonars, passaggio confermato da diversi documenti (vedi tra gli altri DBU29 e DDI07).
La Caserma Diaz è usata anche come luogo di transito per le persone liberate provenienti dai campi di concentramento posti in Italia e dirette ai paesi croati di origine (vedi ad esempio DMM06).
Poche sono le notizie sulle condizioni di vita degli internati. Nel marzo del 1943, il generale di brigata Umberto Giglio firma un lungo rapporto sulle condizioni di salute degli internati in rapporto all'alimentazione. Relazione che riguarda in particolare i campi di Arbe (Rab) e Fiume. Il rapporto è diretto al Ministero della Guerra ed inizia con un elenco dei provvedimenti che si sono presi "per impedire che la mortalità, che aveva raggiunto cifre piuttosto elevate, avesse da aumentare ancora" (vedi DRA18).
I provvedimenti riguardano una maggiore ospedalizzazione; l'istituzione di "preventori" dove ricoverare gli internati che non presentano patologie specifiche ma "solo" problemi "per difetto di alimentazione"; diete speciali per persone anziane, per donne incinte e bambini; razione viveri a tutti gli internati repressivi uguale a quella degli internati protettivi non addetti ai lavori (anche se questo ultimo punto non è del tutto chiari in quali campi di concentramento viene applicato). Solo grazie all'applicazione di questi provvedimenti "è stato possibilerimettere in froza i defetati, aumentare la resistenza fisica di tutti gli internati e annullare quasi totalmente la mortalità nei campi di Arbe e Fiume" (vedi DRA18).
Lo stesso documento (che ha numerosi allegati con i dettagli delle razioni viveri divise per "tipologia" di internati), riporta anche la situazione sanitaria della Caserma Diaz alla data del 25 marzo 1943. Su 546 internati, 125 risultano ricoverati all'ospedale e 62 nel "preventorio". In altre parole, quasi il 35 per cento degli internati è ammalato.
In un documento del 26 giugno 1943, vengono riportate le statistiche dei decessi nei campi di concentramento gestiti dall'Intendenza della II Armata. I dati relativi alla Caserma Diaz sono i seguenti: gennaio 21 decessi; febbraio 6 decessi; marzo 4 decessi; aprile nessun decesso; maggio 2 decessi. Per un totale di 33 decessi in cinque mesi (vedi DVA09).
La nostra ricerca sul campo di concentramento Caserma Diaz di Fiume non è ancora ultimata. |
note |
La nostra ricerca sul campo di concentramento per civili Caserma Diaz di Rjieka è ancora in corso. |
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