Pissignano - Campo per prigionieri di guerra n. 77

Il campo P.G. N. 77 di Pissignano, frazione del comune di Campello sul Clitunno in provincia di Perugia, entra ufficialmente in funzione nell'agosto del 1942.

Nel marzo del 1943 viene descritto come un campo attendato della campienza di 4.000 posti, riservato a sottufficiali e truppa (vedi DGP27).

Il primo documento in ordine di tempo che abbiamo rintracciato nel corso della nostra parziale ricerca, risale al 9 agosto del 1942, quando l'Ufficio Prigionieri di Guerra scrive una lettera al Ministero dell'Interno per ribadire che il luogo scelto per la costruzione del campo è idoneo alla sua funzione (rispondendo con ciò evidentemente alla critiche avanzate, probabilmente, dalle autorità locali) (vedi PGPI01).

Per i lavori di costruzione del campo, vengono inviati a Pissignano 208 prigionieri di guerra, provenienti dal campo P.G. N. 54 di Passo Corese (vedi PGPI02).

Dallo specchio del 30 settembre 1942 veniamo a sapere che si tratta di 168 inglesi e 40 sudafricani (vedi DPG23).

Dal mese successivo e fino a gennaio del 1943, nel campo risultano presenti poco più di 60 P.G., sempre suddivisi tra inglesi e sudafricani (vedi DPG25, DPG29 e DPG32).

A febbraio e marzo del 1943 cambia completamente la nazionalità e il numero dei prigionieri di guerra a Pissignano. Il 28 febbraio risultano internati 221 militari, tutti degaullisti bianchi*(vedi DPG33). Il mese successivo si arriva alla cifra di 1.372 P.G., suddivisi in 6 inglesi, 22 sudafricani bianchi e 1.344 degaullisti bianchi (vedi DPG35).

La nostra ricerca per il momento si ferma a questi dati.

Ci aiutano a capire qualche cosa di più sul campo P.G. N. 77 di Pissignano in particolare due testi pubblicati a cura dell'Istituto per la storia dell'Umbria Contemporanea (vedi NAR01 e NAR02).

In particolare per quello che riguarda la presenza di internati civili montenegrini (ma anche serbi ed altri jugoslavi) nel campo per prigionieri di guerra. Infatti, a partire dal dicembre del 1942, il campo di Pissignano diventa un luogo di transito per gli internati civili provenienti dai campi di concentramento dell'Albania o del Montenegro e diretti a Colfiorito.

Nel libro di Nardelli e Kaczmarek (vedi Dino Renato Nardelli, 2010, p. 21 e seguenti), sono riportate alcune importanti testimonianze di internati montenegrini, che riguardano anche i rapporti tra gli internati civili e quelli militari all'interno dello stesso campo, nonché una mappa del campo ricostruita proprio sulla base delle testimonianze raccolte; mentre in Deportazione ed internamento in Umbria (vedi Dino Renato Nardelli, 2007, p. 43 e seguenti), un testo ad uso didattico sul campo P.G. N. 77, sono riprodotti diversi documenti sulla storia del campo provenienti dall'archivio comunale di Campello sul Clitunno.

* Con il termine "degaullisti" il fascismo indicava i militari che facevano parte dell'esercito guidato da Charles de Gaulle, delle volte chiamato anche della "Francia Libera". E' composto anche da cittadini delle colonie africane francesi (Ciad, Camerun, Congo francese, Algeria, Senegal). Almeno da un certo periodo in poi, gli specchi sui prigionieri di guerra degaullisti in mano agli italiani vengono divisi in degallisti bianchi e dagaullisti di colore. Dell'esercito degaullista faceva parte anche una brigata della Legione Straniera, come testimonia la lettera di un prigioniero di guerra spagnolo internato a Pissignano (vedi PGPI03)