Cigole - Località di internamento

Cigole (Brescia) - Italia
Tipo di campo
Località d'internamento 01/11/1942
Fonte: AC00350

 

Storia

APPUNTI PER LA SCHEDA

 

Presso la Pia Casa di Ricovero Marconi del comune di Cigole in provincia di Brescia viene alloggiata la famiglia di Ban Martino, composta dalla moglie Caterina Rozie e dai figli Pietro e Santo (vedi AC00351).

 

La famiglia fa parte delle persone deportate in Italia dalle province jugoslave annesse (probabilmente da quella di Fiume) con l'accusa di essere "congiunti di ribelli". Nell'estate del 1942, nei diversi comuni della provincia di Brescia ci sono 280 internati (compresi gli ebrei profughi e gli internati "protettivi") (vedi AC00353).

 

Inizialmente, la famiglia di Martino Ban viene assegnata all'internamento presso il comune di Toscolano Maderno (vedi AC00348). Tuttavia, il Ministero dell'Interno (più precisamente l'Ispettorato per i Servizi di Guerra), davanti alle richieste del podestà in merito all'acquisto di beni (servono i letti e tutta la biancheria) che occorrono agli internati che sono giunti nel comune sprovvisti di tutto, rispondere di evitare le spese e di provvedere all'invio delle persone presso i ricoveri di mendicità della provincia (vedi AC00349).

 

Così, verso la fine di ottobre del 1942 i quattro componenti la famiglia Ban vengono inviati presso il "ricovero vecchi" di Cigole (vedi AC00350).

 

Il 20 gennaio 1943, il sottosegretario all'Interno Guido Buffarini Guidi invia un telegramma a molte prefetture delle città del nord Italia con l'ordine di far accompagnare i congiunti dei ribelli internati nei comuni presso il campo di concetramento Le Fraschette di Alatri (vedi AC00249). Da questo ordine sono però escluse le persone che hanno trovato stabile occupazione.

 

E quest'ultimo è proprio il caso della famiglia Ban. Come si legge nell'elenco redatto dal prefetto di Brescia, la famiglia di Ban Martino non viene trasferita ad Alatri perché "qualche componente (non è specificato chi) è stabilmente occupato" (vedi AC00357).

 

Infine, il 23 febbraio del 1943, il prefetto di Brescia chiede all'Ispettorato per i Servizi di Guerra di provvedere al pagamento di lire 3.024 come somma dovuta alla Pia Casa di Ricovero Marconi di Cigole per il mantenimento della famiglia Ban dal 30 novembre 1942 al 1 gennaio 1943. La retta, come si legge nella nota della Casa di Ricovero, corrisponde a lire 12 al giorno per persona (vedi AC00351).

 

Interessante è la risposta di Giuseppe Stracca, direttore generale dei Servizi di Guerra. In sintesi, Stracca afferma che l'ordine di inviare gli internati nei ricoveri di mendicità era dovuto a criteri di economia (cioè di risparmio). Che il Ministero aveva stabilito con un telegramma del luglio 1942 le somme massime destinate al mantenimento dei congiunti di ribelli. E che quindi, in base alle disposizioni, il Ministero rimborserà soltanto la soma di lire 1.234 (vedi AC00352).

 

Al momento non sappiamo come sia andato a finire il contenzioso tra il prefetto di Brescia e il Ministero dell'Interno, così come non sappiamo quale sia stato il destino della famiglia Ban dopo 31 gennaio del 1943.


note

La nostra ricerca sulle località di internamento è ancora in corso (2013)


 
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