Bagni di Lucca - Località di internamento |
Bagni di Lucca (Lucca) - Italia |
Tipo di campo |
Località d'internamento
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Storia |
[scheda a cura di Andrea Giuseppini]
Durante la seconda guerra mondiale, Bagni di Lucca è una località di internamento per alcuni ebrei stranieri, per 110 civili jugoslavi trasferiti dal campo di concentramento di Molat, e per un gruppo di anglo-maltesi sfollati dalla Libia.
Dopo l'8 settembre del 1943, Bagni di Lucca diventa sede di un campo di concentramento provinciale per ebrei della Repubblica sociale italiana [scheda da compilare]
Tuttavia, dopo qualche mese dal loro trasferimento in Italia, il Ministero dell'interno dispone che “attraverso i rispettivi organi di Polizia [sia eseguita], con cautela e diligenza [...] una accurata discriminazione di quegli elementi maltesi che dimostrino, o per aperta dichiarazione o sotto altre forme, di essere e di considerarsi spiritualmente legati all'Inghilterra” (AC00715).
Il 20 maggio 1942 la prefettura di Lucca rende noto il primo elenco di 118 anglo-maltesi per i quali è stato disposto l'internamento in alcuni comuni in provincia di Modena (AC00824). Suddivisi in quattro diversi scaglioni, tra il 20 maggio e il 12 luglio 1942, gli anglo-maltesi compresi in questo elenco vengono trasferiti da Bagni di Lucca nei seguenti comuni della provincia modenese: Pavullo (15 internati), Lama Mocogno (7), Montese (7), Frassinoro (14), Castelvetro (7), Maranello (12), Fiorano Modenese (8), Finale Emilia (18), Castelfranco Emilia (15) e Novi di Modena (6) (vedi AC00726, AC00727, AC00728, AC00729). Nel frattempo prosegue l'opera di “discriminazione” degli anglo-maltesi ancora presenti negli alberghi di Bagni di Lucca. Un altro elenco di sette nomi di persone da internare per i loro sentimenti “britannici” è redatto il 22 giugno 1942 in seguito a una ispezione compiuta dal camerata militarizzato Salvatore Raniolo (vedi AC00730). Il 15 settembre 1942, tutti gli anglo-maltesi ancora presenti a Bagni di Lucca vengono convocati presso il vecchio cinema di Ponte a Serraglio. Alla presenza di Carlo Mallia, consigliere nazionale del Fascio di Combattimento di Malta, e del marchese Guido Galcagnini (altrove Calcagnini), funzionario del Ministero degli affari esteri, viene chiesto loro se intendessero “dare la loro spontanea adesione al Fascio di Malta. Quasi tutti hanno dichiarato che era loro intenzione rimanere inglesi" (AC00736) Qualche giorno dopo, il prefetto Giuseppe Stracca chiede al Fascio di Combattimento di Malta l'elenco nominativo dei maltesi che in occasione di quell'incontro “hanno esplicitamente dichiarato di voler rimanere legati alle sorti dell'Inghilterra affinché si possa provvedere nei loro riguardi e farli avviare al Campo di concentramento di "Fraschette" - Alatri Provincia di Frosinone che con il 1 ottobre p.v. (1942) comincerà a funzionare" (AC00737). Dai documenti fino ad ora rintracciati, risulta che i primi due trasferimenti di anglo-maltesi da Bagni di Lucca al campo di concentramento di Alatri avvengano il 12 e il 14 ottobre 1942 e riguardano nel complesso 83 nuclei familiari (vedi AC00745, AC00746 e AC00747). Un telegramma del 17 ottobre firmato dal prefetto di Lucca Guglielmo Marotta conferma che sono stati avviati a Frosinone 189 maltesi, e che rimangono a Bagni di Lucca 80 persone, di cui sette ricoverate in ospedale, e che tutte saranno trasferite al campo di Alatri non appena i malati saranno in grado di viaggiare (AC00750). Tuttavia, a metà novembre 1942, gli anglo-maltesi ancora presenti a Bagni di Lucca vengono nuovamente convocati dal Fascio di Combattimento di Malta, ora rappresentato nella cittadina da Iolanda Lazzeri, e sollecitati "a sottoscrivere la loro adesione al Fascio. Quasi tutti si sono rifiutati e quando la signora Lazzeri ha loro prospettato l'eventualità che tale rifiuto avrebbe determinato il loro avviamento ad un campo di concentramento, hanno replicato che desideravano essere internati per raggiungere i loro parenti e amici" (AC00754, vedi anche AC00949, in cui Biscottini afferma che la fiduciaria Iolanda Lazzeri non ha mai rivolto minacce agli anglo-maltesi). Il 27 aprile del 1943 risultano ancora presenti a Bagni di Lucca 80 anglo-maltesi (AC00937). Due mesi dopo, la signora Aristea Contrucci, in qualità di gerente dell'Albergo Regina e della mensa per gli sfollati anglo-maltesi dell'ex Albergo Le Terme, chiede di aumentare ad almeno 20 lire giornaliere la quota individuale per gli 8 sfollati presenti all'Albergo Regina e a 14 lire ciascuno per i 36 sfollati che si servono della mensa dell'Albergo Le Terme (AC00758). Gli ultimi due documenti per ora disponibili sono datati tra la fine di agosto e l'inizio di settembre 1943. Nel primo il Ministero dell'interno invita ancora una volta la Prefettura di Lucca a compiere l'opera di discriminazione nei confronti degli anglo-maltesi residenti a Bagni di Lucca, e di segnalare quelli che sono "indubbiamente" di sentimenti favorevoli all'Inghilterra "ai fini di un eventuale loro internamento al campo di concentramento Le Fraschette di Alatri” (AC00760). Il secondo riporta uno stralcio della relazione dell'ispettore di Pubblica Sicurezza Rosati che il 16 agosto ha accompagnato alcuni rappresentati della Legazione Svizzera (che cura gli interessi degli inglesi in Italia) in visita agli sfollati anglo-maltesi di Bagni di Lucca. Nella relazione l'ispettore informa il Ministero dell'interno che gli anglo-maltesi alloggiati nella casa Boccelli si sono tutti molto lamentati della qualità e della quantità del vitto (AC00762). Gli internati civili jugoslavi Nell'ottobre 1942, su disposizione della Direzione generale dei servizi di guerra, 110 civili jugoslavi vengono trasferiti dal campo di concentramento di Molat a Bagni di Lucca (AC00532). Il 9 gennaio 1943, il Ministero dell'interno ordina che i 110 jugoslavi vengano avviati al campo di concentramento Fraschette di Alatri (AC00533), Un telegramma del 19 gennaio 1943 trasmesso da Frosinone informa che la sera precedente "provenienti Bagni Lucca giunti questo scalo ferroviario et fatti proseguire stamani campo Fraschette 108 internati iugoslavi et relativi bagagli" (AC00535). 108 internati e non 110 perché Maria Meric - assistita dal marito o qualche altro parente - si trova presso l'ospedale di Lucca, dove il 7 febbraio 1943 dà alla luce il figlio Toman Vijeno. Ma già il 26 febbraio i "rimanenti tre internati ex jugoslavi [...] sono stati fatti accompagnare da un agente al campo di concentramento di Le Fraschette" (AC00536). Gli internati ebrei stranieri
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